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Il Sahara, un serbatoio di acqua dolce
Autore: Prof. Adriano Mazzarella -
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università Federico II di Napoli
20/06/2010 (letto 5143 volte)
Una delle più grandi riserve idriche sotterranee del Pianeta...
Una delle più grandi riserve idriche sotterranee del Pianeta si estende proprio al di sotto del Sahara Orientale dove circa 150 mila chilometri cubici d’acqua dolce, tra i 500 e 3500 metri di profondità, sono raccolte, residuo dei tempi in cui le piogge cadevano con continuità. Cinque-dieci mila anni fa, il Sahara era, infatti, una regione sicuramente più umida, bagnata da intense piogge estive e su cui si estendeva una sterminata savana che dava ospitalità ad antilopi, leoni e anche tribù di uomini primitivi. Dove sono finite allora le nuvole e le piogge? Sono migrate altrove per colpa… dell’asse terrestre! L’inclinazione dell’asse di rotazione varia ciclicamente nel corso di migliaia di anni: quando la Terra è più inclinata rispetto al piano di rotazione, aumenta la differenza tra inverno ed estate. Ebbene 10 mila anni fa l’inclinazione dell’asse terrestre era tale che il Sahara riceveva rispetto a oggi circa l’8% di radiazione solare in più nel corso dell’estate e l’8% in meno in inverno, per cui nel Nord Africa l’estate era più calda e l’inverno più freddo di quanto non siano ai giorni nostri. Il contrasto fra stagioni estive molto calde e inverni piuttosto freschi dava vita però ad una circolazione monsonica molto più intensa di quella attuale e i monsoni estivi africani riuscivano a portare nubi e abbondanti piogge fin nel cuore del Sahara, dove gli inverni molto secchi erano quindi seguiti da estati molto calde ma anche piovose.
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