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Breve storia del termometro.
Autore: Redazione Campanialive
04/10/2011 (letto 24351 volte)
Cenni su questo antico strumento molto utilizzato in meteorologia.
All'inizio del 17°secolo molto poco era noto sul calore e la temperatura. La
maggior parte delle opinioni a quel tempo erano basate sugli scritti del fisico greco Galeno (129 – 200 a.C., otto gradi in tutto-quattro di calore e quattro di freddo). Il suo termometro clinico era basato sulle idee di Aristotele ed egli assunse l’ipotesi che le persone differissero in base alla loro proporzione di caldo, freddo, umidità
e secchezza. Nel 1578 Hasler di Berna allestì una scala clinica di temperatura in cui vi erano i
quattro gradi di calore di Galeno e i quattro gradi di freddo con lo zero nel mezzo. Questi erano correlati con la latitudine della superficie della Terra così che gli
abitanti delle regioni polari corrispondevano ai quattro gradi di freddo e quelli delle regioni equatoriali ai quattro gradi di caldo.
A quel tempo non c’era uno strumento che si potesse chiamare termometro.
Qui si fa una distinzione tra uno strumento che dava solo un’indicazione di cambiamenti di temperatura (termoscopio) e uno che poteva, in linea di principio,
essere tarato in termini di una scala (termometro).Si pensa generalmente che il primo termometro sia stato il termometro ad aria inventato da Galileo intorno al 1592; ma sono ancora oscuri i dettagli dei primi termometri ed è altresì non definito che li ha costruiti. Il termine termometro apparve per primo nel 1626 in un lavoro in frencese del gesuita Jean Laurichon. Chiamerò il primo reale termometro il cosiddetto “termometro a 50 gradi ad alcole in vetro” di Ferdinando II Gran Duca di Toscana costruito dal suo esperto
artigiano Mariani intorno al 1654.
La scala di questi termometri era arbitraria ma il Mariani li costruì in modo che fossero così simili l’uno all’altro da poter essere usati per reali misure meteorologiche comparative.
La costruzione di questi termometri è descritta nel primo capitolo dei “Saggi di Naturali esperienze fatte nell’Accademia del Cimento” di Firenze.
La scala di questi termometri era il risultato dell’intelligenza dell’artigiano nello stabilire che il massimo di calore d’estate dava una lettura di circa 40 gradi e il
maggior freddo in inverno dava una lettura di circa 11 (in realtà qualche volta anche di 7). Non si fa menzione di uso di punti fissi.
In questa scala fiorentina il punto del ghiaccio era 13_ gradiNel 1661, uno dei termometri fiorentini arrivò nelle mani di Robert Hooke che era il primo “curatore degli esperimenti “ della Royal Society di Londra per l’avanzamento delle conoscenze, fondata nel 1660.
Hooke mise a punto una scala basata sulla marcatura della colonna
per incrementi eguali di volume del bulbo partendo dal punto di
congelamento dell’acqua. La sua scala andava da -7 gradi all’estremo
freddo invernale a + 13 gradi al massimo calore estivo. Ogni grado
doveva rappresentare 1/500 del volume del bulbo. Questa è stata la prima scala di temperatura basata su una proprietà chiaramente definita del liquido termometrico (ancora alcole in vetro)
ed è stata molto usata in Inghilterra nei successivi 50 anni.Sono seguiti poi i lavori di Fahrenheit e Amontons.
Fahrenheit fu il primo a rendere attendibili i termometri di vetro a
mercurio tarandoli in due punti fissi e dividendo l’intervallo in un
conveniente numero di gradi. Egli attribuì al punto di congelamento
dell’acqua 32 gradi e alla temperatura naturale del corpo umano 96 gradi.
Amontons sviluppò un termometro a gas a volume costante . Egli scoprì
che il rapporto tra il massimo calore estivo ed il massimo freddo invernale era a Parigi pari al rapporto di sei a cinque. Egli concluse che la temperatura più bassa possibile doveva essere quella corrispondente alla pressione zero del gas. Suggerì che si potesse stabilire una scala di temperature basata proprio su un punto fisso , con temperature semplicemente proporzionali alla pressione del gas.
Questo fu l’inizio della termometria moderna.
Tratto da:
Intervento all’incontro su “Status and Trends in Thermal
Metrology”, IMGC-CNR-Torino,
28 Novembre 2005
In memoriam of Prof. Luigi Crovini (1937 – 1995
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