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Eccezionale grandinata del 5 settembre 2015 a Napoli e provincia

Autore: Redazione Campanialive.it
12/09/2015 (letto 5372 volte)

Un'eccezionale grandinata si è abbattuta in provincia di Napoli il 5 settembre 2015 provocando ingenti danni e paura tra la popolazione.

 

Nella mattinata di sabato 5 settembre 2015 quasi tutta la Campania è stata interessata dal transito di un sistema temporalesco il cui core ha mostrato caratteristiche termodinamiche di assoluta eccezionalità, eccezionalità che si è concretizzata in una precipitazione di grandine di dimensioni enormi, probabilmente mai osservate in passato o quantomeno mai testimoniate in epoca moderna.


Evoluzione meteorologica

Già dalla giornata di venerdì la Campania era interessata da un flusso da WSW molto instabile. Un intenso temporale, infatti, aveva interessato la provincia di Napoli nelle ore pomeridiane, raggiungendo i picchi di intensità nell’area flegrea costiera (Bacoli 19 mm). Un altro sistema temporalesco di moderata intensità aveva interessato la Campania durante la notte tra venerdì e sabato, con accumuli pluviometrici alquanto modesti, ovunque inferiori a 10 mm.
Il mattino di sabato 9 settembre si è presentato con un cielo irregolarmente nuvoloso per nubi medio-alte (AC anche del tipo castellanus), al di sotto di velature cirriformi. Dopo il calo delle ore notturne, a Napoli (zone a livello mare) la temperatura si era riportata rapidamente sui 27- 28°C, con tenori di UR intorno al 70-80%. Le immagini satellitari delle ore 7.00 locali (ora legale) non mostravano alcun sistema convettivo attivo ad ovest della Campania, come confermato dall’assenza di scariche elettriche desumibile dalle relative mappe.




Ma una serie di fattori di tipo strutturale dell’atmosfera rappresentavano una situazione favorevole alla convezione di tipo esplosivo. In primis il MLCAPE, con valori superiori a 2500 J/kg e localmente stimabili in circa 3000 J/kg sul medio e basso Tirreno in prossimità delle coste della Campania, associato a fortissimi shear del vento in direzione ed intensità (DLS 0-6 km superiore a 25 m/s – SREH pari a circa 300 m2/s2).
Questi valori sono alla base della formazione di sistemi convettivi a mesoscala di particolare intensità (MCSs).
Le immagini satellitari delle ore 10.00 hanno intercettato l’attivazione del sistema temporalesco in prossimità dell’isola di Ponza , in rapidissima estensione (explosive convection).




La geometria del sistema , nel l’arco di poche decine di minuti, raggiunge la classica conformazione ad “uovo” dei Complessi Convettivi a Mesoscala (MCC), rispettando i tipici rapporti tra la dimensione dell’asse minore e quello maggiore (0.7).




Ai fini dell’inquadramento strutturale del sistema, risulta necessario verificare la sussistenza di alcune caratteristiche geometriche e termodinamiche. Gli altri fattori che consentono di classificare un Sistema temporalesco quale un MCC sono:
- l’estensione dell’area della sommità delle nubi che presenta temperature inferiori a -32°C (>100.000 km2);
- l’estensione dell’area della sommità delle nubi che presenta temperature inferiori a -52°C (>50.000 km2);
Tali caratteristiche devono essere mantenute per almeno 6 ore. Quest’ultimo parametro è rappresentativo del fatto che gli MCC sono sistemi a dinamica autorigenerante.
Il sistema osservato non rispetta integralmente questi criteri dimensionali e temporali e ciò lascia supporre che si sia trattato non di un MCC/MCS ma, invece, di una supercella.
Una supercella è un sistema temporalesco ad evoluzione lenta, nella quale è osservabile una struttura rotante permanente (mesociclone). Le supercelle, generalmente, presentano un moto che le devia verso destra rispetto alla direzione delle correnti aeree nel quale il sistema stesso si è generato. Le correnti ascensionali (updraft) possono risultare estremamente violente (anche superiori ai 100 km/h), tanto da portare a marcati sfondamenti della tropopausa (overshooting top). Le immagini satellitari sono quindi molto importanti per inquadrare le caratteristiche del sistema temporalesco.
I fattori di base maggiormente predisponenti alla genesi di una supercella sono i notevoli valori del CAPE e gli elevati valori dello shear del vento.
Una supercella produce, nella quasi totalità dei casi, grandine di grandi dimensioni e raffiche violente di vento.
Come vediamo, questa descrizione è perfettamente calzante con le caratteristiche del sistema osservato nella mattinata del 5 settembre.






Nella immagine satellitare che segue (ore 10.30 locali), sul margine meridionale della cella si notano delle formazioni nuvolose striate con asse SSE-NNW. Esse sono rappresentative delle correnti umide nei bassi strati che alimentano il sistema perturbato (inflow).
La stessa immagine satellitare mostra una overshooting top poco a S di Gaeta ed una sommità dell’incudine molto rugosa, fatto che denota le forti turbolenze in seno al sistema.




L’immagine radar di seguito riportata (relativa alle ore 10.20, quindi solo 10 min precedente all’immagine satellitare), evidenzia che il core del sistema temporalesco si trova al centro del G. di Gaeta.




Dopo circa 30 minuti la supercella inizia ad interessare la provincia di Napoli, causando, in particolare sul comparto flegreo, la grandinata di enormi dimensioni.
Alle ore 11.40, complice l’interferenza con la terraferma, il sistema ha iniziato gradualmente a perdere le proprie caratteristiche di supercella (struttura monocellulare), dando vita a delle più “tradizionali”, seppur intense, cellule temporalesche figlie. Tra di esse è da segnalare quella che ha colpito l’area del Monte Partenio e la città di Avellino intorno alle 12.30 (vedi immagine radar seguente).




L'area maggiormente colpita dalla grandine di grosse dimensioni è stata quella evidenziata in questa mappa in rosso dal nostro utente Fabio della rete Ari Pozzuoli (NA)




La grandinata osservata

Di seguito si riportano alcune immagini delle nubi temporaleschee dei chicchi di grandine caduti. Si tratta di chicchi con dimensioni assolutamente eccezionali, che in alcuni casi hanno superato i 10 cm di diametro massimo.
Su Estofex.org, nella pagina ESSW (relativa alle segnalazione di eventi convettivi estremi), viene indicata una dimensione massima assoluta di 11,5 cm, per un peso del chicco di circa 350 g. Questi valori, benché non siano ufficializzabili da tecnici del settore, si allineano ai valori osservati nelle più intense supercelle tornadiche del Middle-west degli Stati Uniti.
Nella successiva immagine la carta di allerta 3 emessa proprio dallo European Storm Forecast Experiment poi in successione le foto e i filmati della grandinata verificatasi sul Napoletano.






L'impontente cumulonembo e il monte Vesuvio visto dal Vomero (NA)





L'impontente cumulonembo sempre visto dal Vomero alto (NA)





L'impontente cumulonembo visto dal centro direzionale di Napoli





L'impontente cumulonembo visto da Bacoli (NA)






































Di seguito uno dei tati video trovati in rete sull'evento occorso il 5 settembre




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Si ringraziano gli utenti per le foto e i filmati e l'Ing. Alberto Fortelli per la stesura dell'articolo

 

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