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La crisi idrica in Campania del 2017

Autore: Prof. Franco Ortolani
09/12/2017 (letto 1763 volte)

COME STANNO ANDANDO LE PRECIPITAZIONI PIOVOSE CHE ALIMENTANO LE FALDE NEI SERBATOI IDROGEOLOGICI CARBONATICI CARSIFICATI DELLA CAMPANIA?

 

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Siamo alla transizione tra autunno ed inverno e l’acqua non manca; solo le attività agricole in serra necessitano di irrigazione ma non le grandi pianure costiere che in estate sono assetate e che senza acqua sarebbero un deserto.
Le attività di trasformazione del pomodoro sono finite e con esse i grandi prelievi idropotabili dalle falde dell’Agro Nocerino-Sarnese, delle valli della Solofrana e Cavaiola.
E il periodo in cui si devono “ricaricare” le falde che ci alimenteranno nella stagione non piovosa del 2018 perché la Campania basa spensieratamente tutte le sue attività sull’acqua erogata dalle grandi sorgenti rifornite dai serbatoi idrogeologici carbonatici.
Si ricordi che la gestione di quest’acqua non è fatta sulla base di un quadro generale di razionale e coordinata utilizzazione: chi prima arriva…
Sinteticamente e schematicamente si rappresenta la situazione della “ricarica idrica” fino alla fine di novembre 2017 nella figura allegata.
Le carte sono tratte da “Piano di Tutela delle Acque” della Regione Campania e i dati pluviometrici da campanialive; le modificazioni (mod) sono fatte da F. Ortolani.
L’immagine 1 illustra i dati pluviometrici che sono stati registrati da Campanialive da gennaio a novembre 2017 sull’acquifero dei Monti di Avella-Partenio dove si trova la stazione pluviometrica di Montevergine (A) a circa 1300 m di altezza, dei Monti Picentini su cui si rinviene il pluviometro del Lago Laceno (B) a circa 1000 m di altezza, dei Monti Lattari con il pluviometro C a Vico Equense. I dati pluviometrici di Nocera Inferiore a bassa quota non sono rappresentativi delle precipitazioni sull’acquifero dei Monti Lattari che devono essere superiori. Ho inserito questi dati in quanto non risultano attendibili quelli relativi al pluviometro sul Monte Faito.
L’immagine 2 è la sovrapposizione dei dati pluviometrici alla carta idrogeologica.
L’immagine 3 sintetizza schematicamente il deficit di precipitazioni piovose da gennaio a novembre 2017: si tratta di circa 600 mm in meno rispetto alla media delle precipitazioni riportata nel citato piano regionale.
Per dare una idea della importanza socio-economica di questi acquiferi si ricorda che l’acquifero dei Monti di Avella-Partenio alimenta da 5000 a 7000 litri al secondo che si riversano tra Sarno e San Felice a Cancello come evidenziato dalle frecce blu nelle immagini 2 e 3.
L’acquifero dei Monti Picentini alimenta oltre 15.000 litri al secondo che sono quasi completamente utilizzati per scopo idropotabile in Puglia, Irpinia, Salernitano e napoletano.
I Monti Lattari rifornisco le falde dell’Agro Nocerino e varie sorgenti nel Golfo di Napoli e Salerno per complessivi 4000 litri al secondo circa.
Complessivamente gli acquiferi in esame riforniscono di acqua potabile gli usi idropotabile ed industriale (industria di trasformazione del pomodoro) e in parte anche irrigui con portate complessive valutabili tra 20.000 e 25.000 litri al secondo che corrispondono a circa il 50% delle acque sorgive della Campania.
Sperando che in dicembre 2017 cadranno almeno 200 mm di pioggia, a fine anno 2017 il deficit potrebbe ridursi a circa 400 mm che corrisponde a circa il 25% in meno rispetto alla media.
Come si vede il problema della diminuzione di precipitazioni esiste ed è grave, specialmente se ignorato dai rappresentanti delle istituzioni elettive che devono garantire l’uso razionale e “giusto” della risorsa idrica!

 

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