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Gli antichi Romani sconfitti da un temporale

Autore: Prof. Adriano Mazzarella -
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università Federico II di Napoli
08/05/2010 (letto 5213 volte)

Nel 9 d.C., l’esercito romano formato da 3 legioni imperiali...

 

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Nel 9 d.C., l’esercito romano formato da 3 legioni imperiali, 6 coorti di fanteria e 3 ali di cavalleria, guidato da Publio Quintilio Varo, fu completamente massacrato nella foresta di Teutoburgo da tribù germaniche ribellatesi al governo romano e guidate dal valoroso Arminio. Durante la battaglia, però, più dell’abilità e del coraggio dei barbari, fu decisiva la violenza degli eventi atmosferici. Mentre Varo e le sue legioni marciavano all’interno di una gola, in un’afosa e assolata giornata di inizio settembre, un violentissimo temporale scaricò sugli attoniti legionari un vero e proprio nubifragio, accompagnato da chicchi di grandine di notevoli dimensioni e da una serie impressionante di tuoni e fulmini. Con gli scudi di cuoio inzuppati di pioggia e appesantiti, gli arcieri impossibilitati ad usare gli archi infradiciati e i cavalli incapaci di districarsi in spazi stretti e su un terreno improvvisamente allagato e fangoso, le truppe romane si fecero cogliere totalmente impreparate dall’attacco dei guerrieri germanici per i quali invece il violento temporale assunse il valore di un segno divino che incitava a combattere con maggior veemenza l’invasore. E così, grazie anche a un temporale, le legioni di Roma furono annientate e lo stesso Varo preferì togliersi la vita. Dopo la disfatta, i Romani abbandonarono i disegni di conquista della Germania e rinunciarono a espandersi al di là del Reno tagliando fuori dalla “latinizzazione” una grossa fetta del continente europeo.

 

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